I Composti Organici Volatili
La stragrande maggioranza delle sostanze che rappresentano l’inquinamento chimico di un ambiente indoor appartiene alla consistente categoria dei Composti Organici Volatili (VOC, acronimo inglese di Volatile Organic Compounds): molecole molto differenziate per grado di nocività ed impatto organolettico che, facilmente evaporabili dalle superfici dell’involucro edilizio o degli arredi in esso contenuti, si disperdono nell’aria a temperatura ambiente.
I VOC possono derivare da sintesi chimica antropogenica (aldeidi, ftalati, acidi, ecc.) o avere origine biogenica (soprattutto terpeni). Tali vapori chimici, sprigionati ed accumulati in ambienti indoor, possono in alcuni casi essere innocui, più spesso tossici o irritanti.
Fino ad ora sono stati identificati più di 900 differenti VOC e negli ambienti confinati domestici se ne possono rilevare da 50 a 300 circa; l’impatto ambientale degli inquinanti gassosi può manifestarsi in diverse forme e non interessare esclusivamente l’aria (si riscontra la presenza di sostanze nocive anche nell’acqua domestica e nei depositi pulviscolari presenti sui cibi, mobili e suppellettili).
La caratteristica complessità strutturale e di aggregazione dei VOC permette a tali sostanze di essere assimilate dall’organismo umano sia per assorbimento cutaneo che per ingestione o inalazione.
Gli Idrocarburi Policiclici Aromatici
Una sottoclasse piuttosto numerosa di composti organici (oltre 600) è costituita dagli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA): molecole molto pericolose per l’uomo alcune delle quali catalogate come possibili mutagene, teratogene e cancerogene, come il benzo(a)pirene o il benzo(b)fluorantene. Sono altamente liposolubili e hanno capacità di aderire al materiale organico, per questo motivo possono accumularsi con facilità nei tessuti lipidici degli organismi viventi o in determinati organi bersaglio come fegato e reni.